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I nostri vigneti Patrimonio dell'Umanità

Alla fine il riconoscimento è arrivato e senza esitare possiamo dedicarlo ai nostri padri, alle generazioni passate dei nostri contadini che hanno cavalcato e domato le nostre colline disegnando il meraviglioso spettacolo paesaggistico che oggi è Patrimonio dell’Umanità. Ecco i numeri di questo risultato: 6 Core Zone o zone d’eccellenza che raccolgono 29 Comuni (10.789 ettari), un’ampia Buffer Zone o zona tampone che fa salire in totale a 101 i Comuni coinvolti. 50 è il numero raggiunto dai siti italiani oggi in zona Unesco e 30% pare essere la percentuale di crescita del turismo nelle zone riconosciute registrata nei primi anni dopo il riconoscimento. Ma fin da subito dipenderà dal lavoro di valorizzazione, promozione e organizzazione svolta dal territorio. L’area del nostro Moscato è, come risaputo, rappresentata dalla Core Zone “Canelli e Asti Spumante”: in questa sono annessi territori dei Comuni di Canelli, S. Stefano Belbo e Calosso in porzione ristretta, mentre all’interno della vasta Buffer Zone, che in totale comprende 72 Comuni,  i Comuni del Moscato sono 39 (di questi ultimi, Serralunga d’Alba, Neive e Nizza Monferrato sono inseriti anche in altre Core Zone). Sappiamo che questo disegno è frutto di un ridimensionamento dopo la prima bocciatura della candidatura: nella prima versione la zona del Moscato era molto più ampia ma il nostro territorio risulta comunque presente, e l’idea della candidatura è partita proprio dalle Cattedrali Sotterranee canellesi. Il territorio che dovrà gestire questa nuova condizione, assumersi una nuova mentalità ed impegnarsi per offrire al mondo la nostra grande bellezza e la qualità dei nostri prodotti, porta un nome solo ed è “Langhe-Roero e Monferrato”. Uniti e convinti, sapremo certamente crescere ed aprirci al mondo.