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Nuove proposte ma nessun accordo alla riunione della commissione paritetica di inizio luglio

Lunedì 8 luglio si è svolto a Torino il secondo incontro della Commissione Paritetica per continuare il lavoro intorno all’accordo su rese e prezzi delle uve Moscato relativamente alla prossima vendemmia; alla riunione era presente per l’Associazione Comuni del Moscato il consigliere e sindaco di Rocchetta Belbo Alessandro Pio, all’uopo delegato dal Presidente. Prima del dibattito che ha visto coinvolte la parte agricola e quella industriale delle case spumantiere, il direttore del Consorzio dell'Asti Giorgio Bosticco ha presentato i dati di vendita e di imbottigliamento che, come risaputo, segnano una netta flessione rispetto all'anno scorso. Sulla base delle indicazioni presentate, il presidente delle case spumantiere Lorenzo Barbero ha avanzato le seguenti proposte:

  • resa di uva ad ettaro: 95 q.li (tale resa sarà rivista in occasione del prossimo incontro che si terrà il giorno 22 luglio, in base ai fabbisogni previsti dalle case spumantiere);
  • prezzo dell'uva: quello già fissato dall'accordo 2012 (Euro/Mg 10.65 al lordo delle trattenute di 7+3 centesimi al Mg) che comprendeva anche la vendemmia 2013.

Oltre a queste due indicazioni é stata richiesta, sempre da parte delle case spumantiere, la possibilità di inserire anche per l'Asti il sistema del “blocage” e “deblocage”, che consiste nel lasciare una quantità di uva destinata a DOCG "bloccata" per effettive esigenze di mercato dichiarate dalle case spumantiere: in pratica si fissano ad esempio 10 quintali/ettaro di uva che possono essere rivendicati come DOCG in fase di vendemmia, ma che saranno effettivamente utilizzati come tali solo se necessari per esigenze di mercato; in caso contrario il mosto prodotto perderebbe l'uso della denominazione e di conseguenza l'uva verrebbe pagata come supero anziché come DOCG.

Le case spumantiere hanno inoltre sottolineato che é necessario creare una trattenuta sull'uva che gravi su tutto il comparto produttivo per il rilancio dell'Asti. Giovanni Satragno, in rappresentanza della parte agricola, ha rimarcato che con una resa di 95 quintali/ettaro - viste le stime di vendita presentate ad oggi - si andrebbe a creare uno stoccaggio di mosto di circa 280-290.000 ettolitri, che supererebbe abbondantemente il limite massimo di 250.000 ettolitri fissato negli anni passati come tetto di stoccaggio (logicamente uno stoccaggio molto elevato crea un indebolimento del potere contrattuale della parte agricola).

In merito all'utilizzo del sistema "blocage/deblocage" i produttori si sono espressi negativamente, in quanto penalizzante per la parte agricola.

In ogni caso, com'era prevedibile, non si é ancora trovato un accordo che soddisfi entrambe le parti: questo pare tradizionalmente rimandato alle porte del periodo vendemmiale.