Italiano | English

Dalla seduta di Consiglio Direttivo della Associazione Comuni del Moscato

La riunione del Consiglio Direttivo della Associazione Comuni del Moscato di giovedì 15 dicembre si è svolta sviluppando la discussione e il confronto su alcuni punti relativi alla realtà del comparto Moscato e sulla posizione di alcuni attori che ne fanno parte. Si è innanzitutto ribadita la volontà dei sindaci del territorio di riottenere la guida dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero alla Commissione Paritetica sul Moscato, quale storico e importante tavolo di mediazione del comparto, invitando la stessa Regione ad occuparsi anche di monitorare e di gestire l’importante realtà delle giacenze dei mosti ferme nelle cantine, che risultano un potenziale elemento di pericolo per il futuro andamento del mercato e quindi delle condizioni che infine si riflettono principalmente sui produttori di uve. Saranno certamente questi gli argomenti in discussione alla riunione in Regione prevista per il prossimo 11 gennaio.

Il tavolo dei sindaci ha poi affrontato la questione della recente posizione assunta da Giovanni Bosco, presidente del C.T.M., nei confronti dei sindaci attraverso gli organi di comunicazione, in particolare i social network. L'Associazione dei Comuni del Moscato, che rappresenta le locali amministrazioni pubbliche si sente chiamata in causa e respinge con sdegno l'atteggiamento e le dichiarazioni di Bosco, che "spara a zero" sugli amministratori. Il presidente del C.T.M. chiede la collaborazione dei Comuni per le riunioni e poi urla contro i sindaci, usando un lessico sempre più volgare e scurrile, insultando e rivolgendo accuse infondate e ridicole, giungendo addirittura alle minacce: non è certo un bell'esempio, questo di Bosco, e stride parecchio con la necessità di una forte coesione territoriale che il comparto del nostro Moscato non ha mai avuto. Anche per questo ci ritroviamo puntualmente e ciclicamente a risolvere calde questioni che colpiscono principalmente i coltivatori che faticano tra le vigne.

Quello che stiamo vivendo in questo periodo è un tempo particolarmente delicato e non ha bisogno di interventi fuori dalle righe e di populismo, ma di educata serietà, di stringere le maglie - e non allargarle aprendo urlanti voragini - per procedere compatti nell'affrontare le problematiche che stanno a cuore a tutti noi. A Giovanni Bosco i sindaci chiedono quindi di cambiare atteggiamento e di contribuire con l'utile esperienza acquisita alla causa che ci vede tutti coinvolti e rimangono in attesa di un documento di pubbliche scuse. Per il rispetto del ruolo ricoperto dai sindaci non saranno tollerate ulteriori provocazioni, sintomatiche di una volontà di rottura che diverrebbe insanabile e porterebbe inevitabilmente alle necessarie azioni legali.

Alla riunione si è anche parlato dell’importante questione che riguarda il rapporto tra i nostri coltivatori e il personale che viene assunto per il lavoro in vigna: già la recente legge relativa al “caporalato” ha posto delle indicazioni che non paiono equilibrate e consone con lo stato operativo dei nostri vignaioli e così è per il comportamento da assumersi nei confronti del personale che viene chiamato ad operare in azienda. Dopo un tentativo avanzato da questa associazione verso il Dipartimento del Lavoro per promuovere un incontro pubblico che non è stato accolto, questo Consiglio ha deciso di inoltrare una lettera ufficiale allo stesso Dipartimento oltre che alla Prefettura e al Tribunale di Cuneo per sollevare la questione, mirata ad ottenere una semplificazione verso il lavoro dei nostri contadini.