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Asti vuole entrare nella zona di produzione

Giovedì 23 gennaio, il Consiglio comunale di Asti ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegna l'amministrazione a lavorare per l'inserimento del Comune di Asti nel territorio di produzione dei vini Asti e Moscato d'Asti Docg, aderendo e sostenendo la nuova associazione che raggruppa diversi produttori operanti nell'astigiano. Questo è ciò che ha prodotto la seduta aperta al pubblico alla quale sono intervenuti alcuni personaggi rappresentativi nell'ambito del comparto Moscato. All'incontro - originato da una richiesta dei consiglieri Giovanni Pensabene e Mariangela Cotto - oltre ai membri del Consiglio erano presenti poche decine di persone, giornalisti compresi. Tra gli altri, hanno raccolto l'invito Giovanni Borriero, presidente della Associazione Comuni del Moscato, Giovanni Satragno della Produttori Moscato e l'on. Massimo Fiorio, mentre tra il pubblico s'è visto anche Giovanni Bosco del CTM. Grande assente il Consorzio di Tutela.

Il diario della serata si apre con l'intervento introduttivo del consigliere Pensabene che spiega la decisione della richiesta avvenuta dopo attenta valutazione, ricorda che negli anni '60 la fiorente attività industriale pose in secondo piano l'attenzione relativa a far parte del territorio di produzione ma sostiene l'attuale importanza del Comune di Asti sotto il profilo agricolo, tra i più importanti della Provincia e auspica una continuità territoriale. Tocca poi a Enrico Rovero, giovane produttore di San Marzanotto che svela quella che forse è la principale novità che si affaccia sul campo di questa lunga querelle: l'intenzione di costituire una associazione di produttori astigiani decisi a lottare per ottenere la Docg per i loro vini da uve Moscato. Così anche alcuni altri produttori, che si fanno portavoce dei vecchi contadini e di un territorio che con l'inserimento acquisterebbe un migliore guadagno procapite e una rivalutazione delle sue colline.

Interviene anche il giornalista Sergio Miravalle che cita l'azzeccagarbugli del Manzoni, fa appello al buon senso e si schiera con i promotori della causa ricordano il dispendio di tempo e risorse per la vicenda ma anche il disamore e la disattenzione che Asti ha finora dimostrato mentre, per ciò che riguarda Zonin, questo andrebbe trattato come cosa a parte. Ed eccolo Zonin: per la nota azienda Castello del Poggio interviene Franco Zuffellato che parla di “apartheid enologico”, racconta gli investimenti sulle terre di Portacomaro Stazione e di Costigliole d'Asti, lo splendore dei vigneti osannati anche da Carlo Petrini e Oscar Farinetti e la volontà di aderire alla costituenda associazione di produttori. Dopo di lui il tecnico Stefano Ferrante cita i numeri del mercato Zonin, l'idoneità del terreno che ospita i vigneti a Moscato e la riconosciuta qualità del vino prodotto. Decisi quindi a continuare la lotta, certi di avere tutti i numeri in regola.

Dopo Roberto Cabiale della Coldiretti che dichiara le sue perplessità e Massimo Forno di Confagricoltura che appoggia la mozione, Giovanni Satragno per prima cosa evidenzia l'assenza del Consorzio di Tutela e spiega che non è contrario alla annessione di Asti ma che dovrebbe avvenire rispettando le leggi, individuando una zona simbolica o comunque passando per i 10 anni di sperimentazione e la pubblica audizione con il  consenso della maggioranza dei produttori, che oggi non la vogliono. C'è poi il reale rischio di non poter “blindare” gli ettari e ritrovarsi con una estensione di produzione troppo ampia. E' stato Giovanni Borriero a riportare giustamente l'attenzione sull'ultima sentenza del Consiglio di Stato e su ciò che è realmente accaduto in questi anni, gli iter irregolari disseminati tra le pagine della vicenda in questione che hanno giustificato le reazioni contrarie dei produttori e dei Comuni: argomenti non contemplati a dovere nella seduta e che meritavano questo approfondimento.

L'onorevole Massimo Fiorio ha concluso la prima parte della serata dichiarandosi favorevole al dialogo tra le parti che deve avvenire nel rispetto delle posizioni di tutti. Sono poi seguiti gli interventi di diversi Consiglieri comunali fra cui Mariangela Cotto e l'ex sindaco Giorgio Galvagno. Dopo più di tre ore si è chiuso questo ultimo atto su una vicenda di cui certamente si parlerà ancora molto e che d'ora in poi avrà due nuovi attori in scena: il Comune di Asti - finora rimasto ai margini - e una nuova associazione di produttori astigiani, pronti a recitare la loro parte.

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